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PAROLE S/VELATE

Immagine e parola nelle opere di Anna Boschi

PAROLE S/VELATE

Immagine e parola nelle opere di Anna Boschi

Parole svelate. Dalle pitture rupestri alla condivisione d’immagini dei più recenti devices nel palmo delle nostre mani, la rappresentazione iconica è senza dubbio la forma più efficace della nostra comunicazione. Con la scrittura l’umanità si è avvalsa di una forma più astratta e sequenziale di codificazione del pensiero. L’arte tra XX e XXI secolo ha concepito una sintesi di questi due linguaggi raggiungendo una capacità evocativa complessa, capace di interagire con il contesto in maniera potente e intenzionale. L’esperienza di Anna Boschi in questo territorio liminale tra immagine e parola, tra scrittura e pittura, è esemplare.

Un decennio di assidue collaborazioni mi consente ormai di scrivere di lei e del suo lavoro con grande familiarità. L’occasione rappresentata da PAROLE S/VELATE, questa sua nuova esposizione nelle sale del Museo della Rocca di Riolo Terme, è perfetta come un abbraccio. Le opere scelte per essere esposte in questa sede afferiscono al prezioso ciclo delle Scritture, realizzate dall’artista all’inizio di questo III millennio.

Attiva sin dalla fine degli anni Sessanta, Anna Boschi si è distinta nel variegato panorama artistico bolognese per la molteplicità dei suoi interessi e la peculiarità della sua ricerca espressiva. Pittrice, artista verbovisiva, performer e organizzatrice di attività espositive, non ha mai disgiunto la sua creatività dall’impegno sociale e civile. Il suo percorso, dagli esordi informali sino alle opere più recenti di forte densità concettuale, si configura come una strada personalissima. Pur prossima alle modalità comunicative della Poesia Visiva a lei contemporanea, se ne distanzia per grammatica e poetica.

Il leitmotiv del ciclo delle Scritture è la lapidaria chiarezza della parola. Epigrafi contemporanee, le opere si annodano in questa suite come i versi di una lirica esistenziale, come le frasi musicali di un poema sinfonico, come gli aloni segreti di quadri rimossi da vecchie pareti, come polaroid vivide che fermano per sempre attimi che, se sbiadiscono sulla carta emulsionata, restano indelebili nella nostra pertinace memoria. La valenza significativa di un’opera come My poetry è paradigmatica: “La poesia è una questione di gioia, dolore e meraviglia”. La chiarezza programmatica esposta in forma di aforisma è caratteristica dei lavori dell’artista ed è tale da non lasciare spazio a fraintendimenti né, per certi aspetti, alle interpretazioni critiche. In queste grandi tecniche miste marcata è la prospettiva te(le)ologica del messaggio. Quasi un’architettura profonda è sottesa agli equilibri leggeri eppur solidi della composizione. Le tonalità di grigio comprese tra il chiaro e lo scuro assumono un valore del tutto originale. È qui che gli occhi dell’artista si distinguono da quelli degli altri: essi guardano nella profondità della materia come in quella dello spirito. Il tema centrale è quello dell’esistenza, che lambisce l’anima individuale e la memoria collettiva e si configura come una ieratica confessione. La simbologia pare quasi alchemica, ma è piuttosto la scelta di una geometria sacra e primordiale. L’aspetto decorativo non prevale ma non si dissolve, anzi permea profondamente di sé il concetto, che prende vita come un organo nuovo, biologico e musicale ad un tempo.

La sensibilità accorata di Anna Boschi si rivela piena di speranza, espressione di una profonda e autentica empatia con l’umanità, pronunciata con un equilibrio estetico e lirico che consente la perfetta intelligibilità del discorso. E come un’ombra profonda si segnala un senso ulteriore rispetto a quello dichiarato: una partitura quasi musicale si riflette nel perimetro simile a un’impronta riconoscibile.

È questa mostra la storia di un incontro, di un omaggio alla poesia e ai suoi sacerdoti laici che hanno fatto della parola un culto sincero e onesto, distante dalla mercificazione patetica e cacofonica troppo abusata in tempi recenti.

Mauro Carrera
Parma, in un’incipiente primavera bella come l’ultimo amore


ROCCA SFORZESCA DI RIOLO TERME
Museo del Paesaggio dell’Appennino Faentino – Museo di Storia – Piazza Ivo Mazzanti

dal 23 Aprile all’8 Maggio 2016

Inaugurazione : sabato 23 Aprile – ore 17

Presentazione a cura di Mauro Carrera

giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 10–13 / 14,30-18,30 – (per informazioni tel. 0546-71025)